Sensori TPMS: approfitta del cambio pneumatici per controllarli

I sensori TPMS (acronimo di Tyre Pressure Monitoring System) sono sempre più diffusi sulle auto che vediamo in circolazione: come qualsiasi altra componente di una vettura, anch’essi devono essere controllati periodicamente per accertarsi che funzionino in maniera corretta. Ecco quindi che il cambio stagionale dei pneumatici, da estivi a invernali, può essere l’occasione giusta per procedere alla verifica dei sensori, ed eventualmente sostituirli in caso di malfunzionamenti. Non c’è solo la normale usura infatti che può compromettere la funzionalità di questi dispositivi: proprio il periodo invernale può mettere a dura prova la resistenza dei sensori e danneggiarli. Per questo motivo gli esperti consigliano di effettuare tale controllo ad ogni cambio gomme, con una particolare attenzione alla fine del periodo più freddo dell’anno.

Sensori TPMS: perché controllarli durante il cambio gomme?

Controllare i sensori TPMS al momento di cambiare le gomme stagionali permette di monitorarli con regolarità, due volte all’anno, così da intervenire con prontezza in caso di problematiche. Il periodo più insidioso per tali componenti è quello invernale: nella stagione fredda, infatti, sulle strade vengono distribuiti sale o altri prodotti chimici per sciogliere la neve e il ghiaccio, che possono arrivare a corrodere le parti che compongono i sensori TPMS, causando malfunzionamenti oppure danneggiandoli in maniera irreversibile. Nel corso del controllo delle componenti, il gommista può inoltre inserire una protezione aggiuntiva in gomma sui sensori in modo da preservarli meglio contro le insidie degli elementi che generano la corrosione. Si tratta di una problematica con cui un numero sempre crescente di automobilisti deve fare i conti, data la diffusione di questo sistema diventato di serie ormai sulla gran parte dei veicoli di nuova immatricolazione.

Come funzionano i sensori TPMS?

Il funzionamento dei sensori TPMS è piuttosto semplice: monitorano la pressione di gonfiaggio delle gomme auto e segnalano attraverso una spia luminosa sul cruscotto – o sul display di bordo – eventuali perdite di pressione, così che l’automobilista possa intervenire. Esistono due tipologie di sistemi TPMS, uno diretto e uno indiretto; il primo monitora la pressione dell’aria all’interno del pneumatico, il secondo invece si basa sul sistema ABS e controlla la rotazione della gomma. Una ruota sgonfia effettua un numero maggiore di giri e di conseguenza verrà segnalata la perdita di pressione. Il sistema diretto è ovviamente il più preciso, ma anche più costoso nonché maggiormente impegnativo in termini di manutenzione, tuttavia le sue rilevazioni sono molto più affidabili. Mantenere i sensori al massimo dell’efficienza è dunque fondamentale per garantire il loro corretto funzionamento; in caso di guasto, infatti, potrebbero non rilevare la pressione oppure segnalare anomalie che invece non sono presenti.

Gomme sgonfie: perché rappresentano un problema?

L’utilità dei sensori TPMS è presto spiegata: sono in grado di segnalare puntualmente anche lievi perdite di pressione, che tuttavia possono compromettere il normale funzionamento di un pneumatico. Pure una gomma leggermente sgonfia infatti va incontro a varie problematiche, in quanto non riesce ad assicurare l’aderenza necessaria, subisce un consumo anomalo e aumenta la resistenza al rotolamento, dunque il consumo di carburante. In inverno lo scarso grip incrementa ulteriormente i pericoli: se la copertura non garantisce sufficiente presa sul fondo stradale, sono maggiori le possibilità di perdere il controllo del veicolo in modo particolare su superfici scivolose, ovvero quando sull’asfalto sono presenti ghiaccio e neve. Inoltre le gomme sgonfie sono più soggette a danneggiamenti e rotture, estremamente pericolosi se si verificano quando si viaggia ad elevate velocità. Per tali ragioni è indispensabile mantenere i pneumatici alla pressione corretta, quella stabilita dal produttore del veicolo per lo specifico modello (le indicazioni sono riportate sul libretto di circolazione).

Pneumatici eccessivamente gonfi: un altro aspetto a cui fare attenzione

Non sono pochi gli automobilisti che pensano che gonfiare le gomme a una pressione maggiore rispetto a quella indicata sia utile per compensare eventuali sgonfiamenti. In realtà è una decisione sbagliata: pneumatici troppo gonfi infatti hanno un’impronta a terra minore rispetto a quella necessaria e quindi forniscono un’aderenza inferiore. Non solo, perché questa soluzione comporta un maggiore stress della fascia centrale del battistrada, che andrà incontro perciò ad un’usura superiore creando di conseguenza una striscia di gomma più consumata rispetto alle parti laterali del battistrada stesso. I sensori TPMS sono in grado di segnalare anche la pressione eccessiva, avvisando l’automobilista che è necessario ridurla affinché i pneumatici possano lavorare nelle condizioni ideali e al massimo dell’efficienza. Il principale vantaggio del sistema TPMS è dunque quello di offrire un monitoraggio costante della pressione delle proprie gomme, di conseguenza gli automobilisti non dovranno più effettuare i regolari controlli – ogni 3-4 settimane – presso le stazioni di servizio, come invece devono fare coloro che non dispongono di tale sistema. Si tratta perciò di un’innovazione che aumenta la sicurezza al volante ma garantisce anche maggiore comodità nel controllo di un parametro di fondamentale importanza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *